mercoledì 25 agosto 2010

Exibart, l'arte, la democrazia e la frittata dello zio Peppo


Dal 2007 avevo un profilo su Exibart con relativo Blog, regolarmente pagato.


Dal 2007 pubblicavo (quasi) regolarmente post inerenti l'arte, la mia materia e quella di quel portale, ovviamente.

E che si fa su un Blog? Si scrive, si discute, ci si confronta. E, all'uopo, ci si difende. O si tenta di farlo.

In passato su quel portale sono state riportate notizie e commenti assai poco eleganti verso il sottoscritto. Nessuna novità: ci sono abituato. Ho segnalato la cosa, in un episodio che sconfinava nella calunnia, a Massimiliano Tonelli, direttore editoriale, che, con un'arroganza degna del nulla più nulla, mi ha risposto di non occuparsi di queste cose, accusandomi ridicolmente di tentare d'intimidirlo. Quando si dice coda di paglia...


Ne ho preso atto e ho rinunciato, disgustato.


Mai, tranne un caso (una mostra di Alberto Sughi a Roma, credo pagato come redazionale dalla galleria), Exibart si è interessato ad una delle molte mostre che ho curato in questi anni. Poco male: il successo si misura in altre maniere ed evidentemente quel portale non pare così determinante.

Già in quell'occasione assai spiacevole avevo pensato di cancellare il mio profilo su Exibart e di non rinnovare, ovviamente, l'abbonamento (tanto più che non leggo notoriamente riviste d'arte e quella edita da quel portale è ingombrantissima e, prima di intasare il primo bidone utile, ancora intonsa, intasa la mia casella postale).


In occasione del delirante bombardamento da parte di tale Enzo Rossi Roiss, che ha riempito blog su blog (tutti da lui inventati e gestiti) di notizie distorte e malevole, ho pensato di rendere partecipi i miei 3 lettori di Exibart alla vicenda e di pubblicare quello che pubblico, con seguito maggiore, su FaceBook. Assolutamente nulla di vagamente illegale, come potete constatare qui nei post precedenti, ma una serie di chiarimenti che smentiscono in maniera inequivocabile tal Rossi Roiss.

Su richiesta di detto individuo il mio post relativo le sue dichiarazioni è stato rimosso, senza preavviso al sottoscritto. Una volta postato nuovamente è stato nuovamente rimosso.

Ad una mia richiesta di chiarimenti al direttore responsabile di Exibart, tal Giovanni Sighele, egli mi risponde nel seguente modo:


gentile sig Agazzani

Ho levato nuovamente il post dal suo blog perchè fuori tema. Non è questo il luogo dove difendersi da 'notizie deliranti lasciate su altri blog'. I blog su exibart devono essere allineati alla linea editoriale della testata e non sono luogo ove dirimere fatti personali. la prego dunque di non insistere, saprà sicuramente trovare spazi più opportuni.

ringraziandola

Giovanni Sighele


Fuori tema? Si parlava della vicenda che riguarda i sedicenti disegni di Francis Bacon, non di mio zio Peppo e della sua ricetta della frittata con la cipolla...


I blog su exibart devono essere allineati alla linea editoriale della testata: ossia bisogna scrivere quello che pare a loro??


Fatti personali? Veramente si parlava nel merito di una vicenda tutt'altro che personale, ma che riguarda decine di migliaia di persone, almeno tante quanto quelle che hanno visitato la mostra dei sedicenti disegni di Francis Bacon a Venezia.


Ho così, finalmente, deciso di cancellare il mio profilo su Exibart, rimproverandomi di non averlo fatto prima!

Anche perchè se i criteri coi quali selezionano, commentano e pubblicano le notizie, o sia la famigerata linea editoriale della testata, è questa, così corretta e democratica, è decisamente meglio perderli che trovarli.


Mi continuerete a leggere qui e su Equlibriarte, dove, almeno fino ad ora, la democrazia non è un'opinione!

Deliri estivi di uno sconosciuto ed altri squallori


Un tal Enzo Rossi Roiss (per capire di chi si sta parlando consiglio vivamente di consultare il suo suggestivo curriculum a: http://vagarte.wordpress.com/2010/05/07/enzo-rossi-roiss-chi-e-costui-smascheriamolo/ ), che non ho mai conosciuto e della cui esistenza in terra ho appreso solo in tempi recenti, continua ossessivamente e compulsivamente ad inviare e pubblicare notizie riguardo al sottoscritto che, nella migliore delle ipotesi, rappresentano solo una distorta e malevola interpretazione della realtà.


Il sottoscritto, critico d'arte e curatore professionista (con tanto di Partita Iva, per i più pignoli) da quasi vent'anni il curriculum è a disposizione), ha prestato il proprio contributo in maniera del tutto volontaria in occasione della mostra veneziana dei sedicenti disegni di Francis Bacon, esprimendo nel suo saggio in catalogo, nel novero di un'indagine storica tutta in divenire, non poche perplessità; perplessità ovviamente non condivise dai poco limpidi organizzatori e che hanno trovato alimento ulteriore con le iniziative successive messe in atto da Cristiano Lovatelli-Ravarino in sintonia con l'editore Christian Maretti e l'avvocato Umberto Guerini. Iniziative dilettantesche, affrettate ed improvvisate, tutt'altro che degne di un grande maestro del Novecento, che in alcun modo interessavano ed interessano il sottoscritto, che, di fatto, ha negato qualunque ulteriore coinvolgimento, chiudendo da tempo, definitivamente e chiaramente, qualsiasi rapporto con suddetti personaggi.


Il signor Rossi-Roiss, che continuo a ribadire di non aver mai conosciuto in questa vita, si è permesso in maniera arbitraria e scorretta (al pari, invero, del suo sostanziale omologo Cristiano Lovatelli Ravarino), nel disperato tentativo di portare acqua al suo mulino impazzito e di gettare fango su persone e professionisti perbene, di diffondere i contenuti di comunicazioni personali, atte solo ad alimentare la mia ricerca di verità e il mio personale studio di quei disegni. Nel far ciò si permette di manifestare nei miei confronti osservazioni del tutto deliranti, in quanto, a differenza sua, il mio curriculum professionale è conclamato da vent'anni di d'attività, con centinaia di mostre realizzate in tutto il mondo e oltre cento pubblicazioni, all'interno delle quali l'episodio veneziano dei disegni di Bacon appare assai risibile e occasionale.


Non ho mai inteso, dunque, nè inventarmi nè spacciarmi per baconologo tout-court, come asserisce il signor Rossi Roiss, essendo notoriamente il mio precipuo interesse e la mia attività indirizzate principalmente verso l'arte contemporanea e non la storia dell'arte (antica, moderna e contemporanea) propriamente detta. Ciò non toglie che l'incessante studio e approfondimento della storia dell'arte rimangano la base imprescindibile del mio mestiere ed in quest'ottica va inteso il mio interesse anche verso la vicenda intrigante dei sedicenti disegni bolognesi di Francis Bacon.


I (risibili, mi sia concesso, e comunque chiaramente non commensurabili ad una mia parcella professionale adeguata) doni, natalizi e non, ricevuti spontaneamente da Cristiano Lovatelli Ravarino, che lui poco elegantemente e inopportunamente ha avuto il pessimo gusto di elencare, rinfacciandoli di fatto (rivelando la vera natura della sua interessata ed ostentata amicizia nei miei confronti), in un suo delirante scritto ripreso altrettanto follemente dal Rossi Roiss in uno dei suoi tanti blog, sono stati evidentemente provocati da un suo ingiustificato quanto immotivato e mai alimentato senso di riconoscenza (o di colpa?) verso la mia persona, all’interno di un rapporto personale (ovviamente non intimo, preciso per i pruriginosi) in alcun modo riconducibile alla mia esperienza veneziana.


Il signor Rossi-Roiss dimostra una scorretezza, un livore, un accanimento ed una pervicacia contro il Lovatelli Ravarino e i suoi disegni assolutamente sospetti (pare ne fosse un gran sostenitore quando ne partecipava ai guadagni delle vendite); malevolenza che si manifesta nell'ossessiva diffusione di informazioni parziali e nuovamente malevole (coinvolgendo persone largamente estranee all'oggetto della sua livorosa guerra personale e guardandosi bene dal pubblicare le repliche ricevute, al pari, ad onor del vero, del suo compare Lovatelli-Ravarino) che poco o nulla hanno a che fare con quella serenità e quella lucidità che ritengo assolutamente fondamentali per la seria, rigorosa e corretta conduzione di qualunque indagine doverosamente equilibrata.


Questo tanto per chiarire.


PS A riprova della maldicente falsità delle affermazioni dell'arzillo Rossi Roiss ricordo che nel giugno del 2009 mi è stata chiesta la disponibilità ad occupare la poltrona di assessore alla Cultura del Comune di Guastalla da parte di Marco Lusetti, futuro vicesindaco, in quota Lega Nord (nella lista della quale sono stato candidato come INDIPENDENTE - ero membro dell'esecutivo del Dipartimento Cultura del PdL Lombardia al tempo - ed ELETTO, terzo per preferenze (dopo il segretario provinciale della Lega Nord ed il capolista della lista civica CambiaRE di cui faccio parte), consigliere della Città Storica a Reggio Emilia, incarico per il quale mi ero appunto precipuamente candidato); disponibilità che ho cortesemente negata, non ritenendomi in grado di ricoprire detto incarico politico/amministrativo nè tantomeno interessato a svolgere attività ulteriori e diverse da quella che già svolgo.

Anche su questo argomento il signor Rossi Roiss ha distorto malevolmente l'evidente e pubblica realtà dei fatti.



(Immagine: Lolita Timofeeva, Un Rossi che sognava di diventare una Rolls Roiss, s.d., olio su tela)