lunedì 28 marzo 2011

Ben arrivato ministro Galan! Era ora! Ed ora disinfesti il ministero dai parassiti di Bondi


GLI SCENARI

Biennale, Cinema, Gallerie
Ecco tutte le partite aperte

Dal dopo Baratta a Sgarbi: il neo ministro ai Beni Culturali e i casi da risolvere nella sua regione

Il nuovo Palacinema (archivio)
Il nuovo Palacinema (archivio)
VENEZIA — A conti fatti, e a portafoglio rinforzato, avrà comunque tanto lavoro da fare. E nel suo Veneto, per giunta. Perché le partite aperte per il neo ministro ai Beni Culturali Giancarlo Galan, nella regione che appena un anno fa ha dovuto lasciare a malincuore per il «ministero delle mozzarelle», sono molte. E non da poco.
La più importante riguarda la Biennale di Venezia. Al 31 dicembre il consiglio scadrà e il ministro ha ben due nomine da fare: quella del presidente e quella del rappresentante del ministero nel consiglio d’amministrazione. A molti osservatori la nomina di mercoledì sembra il viatico per un altro quadriennio per Paolo Baratta, che nel 2007 fu nominato da Francesco Rutelli e si è sempre destreggiato con mille equilibrismi alla domanda diretta se lo rifarebbe o no, ma che gestirebbe volentieri per altri quattro anni una delle istituzioni culturali più prestigiose al mondo. Di sicuro il ministro Galan non confermerà al suo posto Giuliano da Empoli, l’attuale rappresentante del ministero in cda e assessore alla Cultura del Comune di Firenze. Sono memorabili le stilettate degli scorsi anni con cui, a ripetizione, il suo portavoce Franco Miracco (allora nel consiglio d’amministrazione della Biennale) invitava da Empoli a farsi cortesemente da parte visto che l’aveva nominato Rutelli e non Sandro Bondi.
Legata alla partita della presidenza c’è anche quella della direzione del festival del Cinema di Venezia. Galan (sempre per il tramite di Miracco) è stato il grande sponsor dell’attuale direttore Marco Müller. E anche per Müller con Galan potrebbe scattare il tris: perché profili come il suo (poliglotta, con buonissimi agganci internazionali, cinefilo onnivoro) ce ne sono pochi. E perché, volendo scegliere un italiano, difficilmente Galan non incapperebbe in uno di quelli che in questi anni, a vario titolo, sono passati per l’odiato festival di Roma: Piera Detassis, Gianluigi Rondi, Mario Sesti, Giorgio Gosetti... Altra partita importante, sempre nella Biennale, è la costruzione del nuovo palazzo del Cinema. Doveva essere pronto quest’anno come una delle opere simbolo del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. Doveva essere il grande centro congressi con una sala da 2.500 posti e altre salette, in grado di combattere l’asfissia del Lido. Al momento è dato per finito nel 2012 (ma nessuno vuole giurarci), è incappato nelle inchieste sulla cricca degli appalti e si è ridimensionato a una sola sala, seppure da 2.500 posti.
E per finire c’è il nodo della nomina del curatore di Architettura 2012: la scorsa nomina fu fatta il novembre precedente alla Mostra. Se si facesse lo stesso, sarebbe un cda in scadenza a nominare il nuovo direttore. E la prassi in Biennale non è questa: a costo di fare direttore che poi devono fare la corsa contro il tempo, negli ultimi anni nessuno è mai stato nominato da un cda in scadenza. Ma la nomina di Galan significa anche altro. Per esempio che molto difficilmente Vittorio Sgarbi sarà più nominato sovrintendente del polo museale veneziano. Il critico d’arte, dopo l’ennesima bocciatura della Corte dei Conti, infatti, aveva dovuto lasciare l’incarico in attesa che il ministro Bondi rifacesse un bando giusto per poterlo rinominare. Ma Galan non è esattamente tra gli ammiratori di Sgarbi. Anzi. E il critico d’arte fino all’ultimo ha cercato - inutilmente - di allontanare lo spettro di una sua nomina al ministero. Altri tempi. Ora Galan dovrà scegliere qualcuno in grado di gestire la partita delle nuove Gallerie dell’Accademia, la cui apertura, prevista per giugno in concomitanza con la Biennale d’Arte, slitterà per lo meno di tre o quattro mesi. E il cui riallestimento è stato affidato da Sgarbi a Pierluigi Pizzi, non senza stridore con il progetto di restauro dell’architetto Tobia Scarpa. Vogliamo parlare di tutti quelli che in queste ore stanno festeggiando mettendo fuori il tricolore con il busto di Galan? Meglio di no. Il lavoro al ministero può essere molto, ma molto diverso dal lavoro in Regione. E dentro il ministero non tutti esultano per il suo arrivo.
Sara D’Ascenzo
24 marzo 2011


da: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/24-marzo-2011/biennale-cinema-gallerie-ecco-tutte-partite-aperte-190295316266.shtml

mercoledì 16 marzo 2011

Gli invitati al Premio Fabbri 2011


Bologna, marzo 2011 – Sciolto il riserbo sui nomi degli artisti che parteciperanno all’edizione 2011 del Premio Fabbri per l’Arte, la rassegna biennale ideata nel 2005 dall’azienda dell’Amarena, che quest’anno rinnova per la quarta volta l’appuntamento fra arte e dolcezza. Saranno trentuno le personalità del panorama artistico italiano ed internazionale, con una grande attenzione verso i giovani emergenti secondo la volontà del curatore Alberto Agazzani, che rileggeranno la storia e le immagini della Fabbri con le loro opere.

Quasi la metà dei partecipanti – quindici – presenteranno un’opera di pittura, rappresentandola attraverso varie varietà espressive: Chiara Albertoni, Paul Beel, Luigi Benedicenti, Giuseppe Bombaci, Andrea Boyer, Andreas David Carrara, Roberta Coni, David De Biasio, Roberto Ferri, Giovanni Gasparro, Massimo Giannoni, Alfio Giurato, Giuseppe Guindani, Mauro Maugliani, Gonzalo Orquin.
Nove gli scultori, in una variegata modalità di materiali e tecniche: Affiliati Peducci/Savini, Nicola Bolla, Pierluigi Calignano, Girolamo Ciulla, Marco Cornini, Gehard Demetz, Giorgio Laveri, Tironi/Yoshida, Peter von Balthazar.
Con loro anche sette fotografi, ossia Giulia Caira, Gianluca Chiodi, Mauro Davoli, Marcello Grassi, Fabrizio Orsi, Daniela Perego, Agostino Rocco.

Un parterre capare di mixare stili e ispirazioni differenti per un’edizione che promette impatto visivo e rara creatività figurativa.


I vincitori del Premio Fabbri per l’Arte saranno annunciati entro il 31 novembre.
Il regolamento è disponibile sul sito www.fabbri1905.com.

lunedì 14 marzo 2011

Ferrara vs Scalfari







Ferrara mi ricorda una una città baroccamente meravigliosa, culla della Metafisica (ben prima di De Chirico, Carrà, Sironi e commilitoni ricoverati: Ercole dé Roberti e Cosmé Tura bastano) e del Surrealismo (bastano Tasso e l'Ariosto), dove si mangia divinamente (pasticcio in crosta dolce, salama da sugo, cappellacci)... Scalfari mi suona come un insulto, assonante a scherano. Nulla di buono...
Sogno (e ci sto lavorando) una vecchiaia al lume della saggezza, serena, distaccata, consapevole, contemplativa, contenuta e continente, dedita ai giovani (aiutando i meritevoli e godendo del loro successo). Scalfari è la prova provata che la "libido senile" non è quella cosa lì, ma il il patetico e grottesco voler dimostrare "potenza" ad ogni costo: megalomania, infallibilità, odio verso il "nuovo" e i giovani. Rabbia senile di chi sa che la clessidra si sta svuotando, ma guarda altrove e s'accanisce contro chi la clessidra l'ha piena. E la faretra anche. Che orrore invecchiare così.
Picasso la sua libido senile l'ha sfogata in un turbine creativo senza precedenti. De Chirico inseguendo il suo passato. Beethoven celebrando il silenzio e Rembrandt il buio... Eugenio Scalfari celebrando pateticamente la sua evidente e rabbiosa impotenza. Per questo non è un grande.

giovedì 10 marzo 2011

Exibart: Tonelli e Sighele a casa! Finalmente!


Decapitata la redazione di Exibart. La seguitissima testata d’arte cambia tutto

Exibart, testata d’arte tra le più popolari in Italia, ha licenziato nei giorni scorsi sia il direttore editoriale Massimiliano Tonelli, sia il direttore responsabile Giovanni Sighele entrambi fondatori – alla fine degli anni novanta- di un vero e proprio caso dell’editoria culturale italiana degli ultimi anni.

“Exibart è un organismo scaturito da oltre dieci anni di massacrante lavoro” affermaMassimiliano Tonelli. “Il dispiacere per scelte immotivate, scellerate e dannose per la testata non è tanto personale, quanto per un intero settore culturale ed economico del nostro paese. Da oggi il mondo dell’arte italiano non avrà più il suo megafono, la sua piazza, il suo punto di riferimento aperto a tutte le voci. Niente paura”, conclude Tonelli “sono già a lavoro per fondarne un altro ancor più efficace, ancor più ficcante, ancor più vivace, impeccabile e… antipatico! Nel più breve tempo possibile e con l’aiuto di tutti coloro che mi hanno sempre seguito, sostenuto e stimato”.

Il fondatore di Exibart Giovanni Sighele afferma di essere stato licenziato “con l'infamante accusa di gravi inadempimenti. L'accusa è falsa, inaudita e rispecchia il modus operandi dell’azionista di maggioranza di Emmi, la casa editrice che edita Exibart. Azionista che ha gravi responsabilità dal punto di vista societario ed editoriale. A tutela del mio buon nome e della onestà, serietà e professionalità che Exibart ha rappresentato fino ad oggi” conclude Sighele “farò valere le mie ragioni in ogni sede”.

Il sito Exibart.com, l’emittente Exibart.tv e il giornale Exibart.onpaper sono stati affidati dall’azionista di maggioranza alla direzione di Natalia Encolpio.